Studi farmacologici sull’estratto di foglie di carciofo e benefici per la salute
Il carciofo (Cynara scolymus L.) è una pianta perenne, a rosetta, ampiamente coltivata per la sua grande testa carnosa che rappresenta il 30-40% del suo peso fresco (FW). Da sempre il carciofo ha rappresentato un ruolo importante nell’alimentazione umana, specialmente nell’area mediterranea, dove ha anche sempre contribuito in modo significativo all’economia agricola; infatti il 60% del totale della produzione mondiale proviene dall’Italia, Spagna, Francia e Grecia. La pianta è geneticamente robusta, con una spiccata tolleranza agli agenti patogeni, caratteristica data dalla presenza di sesquiterpeni (cinaropicrina), composti dall’attività fagodeterrente (antifeedant), e che conferiscono il caratteristico sapore amaro al frutto.
Estratti di foglie di carciofo (ALE) sono ampiamente usati da soli o in associazione ad altre erbe per preparare tisane o medicinali; i composti polifenolici, presenti principalmente nelle foglie, sono stati oggetto di studi da cui è stato possibile caratterizzarne le proprietà benefiche. I componenti principali sono rappresentati da: acido clorogenico, acido neoclorogenico, acido criptoclorogenico, cinarina, cinaropicrina, deidrocinaropicrina, grosseimina, cinaratriolo, rutina.
Sono state ampiamente dimostrate proprietà antiossidante, protettive per il fegato, effetti biliari-espellenti, antimicrobici e ipolipemizzanti.
In particolare l’estratto di carciofo ha un effetto positivo sui livelli del profilo lipidico e sui livelli della glicemia; infatti sembra inibire la sintesi lipidica a diversi livelli e ridurre l’accumulo di composti steroli indesiderati. Questo ha di conseguenza un buon riscontro sulla salute cardiovascolare, prevenendo il deposito di placche aterosclerotiche. Un ruolo rilevante è anche attribuito dall’azione antiossidante, in quanto si ha la riduzione dell’ossidazione della lipoproteina a bassa densità (LDL) e l’inibizione della sintesi del colesterolo. Lo stress ossidativo è stato definito come uno squilibrio tra la produzione di specie reattive dell’ossigeno (principalmente anioni superossido, perossido di idrogeno, radicali idrossilici) e i meccanismi antiossidanti, e l’effetto protettivo dato dai flavonoidi del carciofo, da un lato dipende dall’attività antiossidante in quanto tale, dall’altro dall’affinità e permeabilità per le membrane plasmatiche.
È noto anche un effetto benefico probiotico dato dall’inulina estratta dal carciofo, in grado di stimolare la crescita del Bifidobacterium bifidum.
Diversi studi hanno inoltre dimostrato effetti genotossici; nella tradizione medica il carciofo veniva usato per la cura di asma, tosse, diarrea e dissenteria. L’effetto è legato alla dose utilizzata; è infatti dimostrato che alte dosi hanno effetti genotossici, mentre basse dosi hanno effetti antiossidanti. Contribuisce alla prevenzione e gestione del carcinoma della prostata, del cancro al seno e della leucemia; è in grado di ridurre i livelli dell’infiammazione inducendo un aumento dei livelli sierici di molecole anti-infiammatorie.
L’effetto che però ha suscitato più interesse è da sempre stato quello sulla capacità protettrice sul fegato. Il fegato è la ghiandola più vulnerabile agli effetti tossici degli xenobiotici, in quanto responsabile del loro metabolismo, e un significativo impatto sul funzionamento di questa ghiandola, è dato dallo stile di vita: consumo di alcol, dieta con ingredienti ad alto contenuto di grassi e sostanze pro-ossidanti e droghe sintetiche. Da tempi antichi vengono utilizzate diverse combinazioni di piante con proprietà protettive sul parenchima dell’organo, e largo impiego è dato dal carciofo. Molti studi hanno dimostrato l’azione epatoprotettiva di questo, senza effetti correlati, dei suoi composti attivi; è in grado di ridurre i livelli di AST, ALT, TG, TC e MDA, e di aumentare i livelli di SOD e GSH. Anche la degenerazione e la necrosi delle cellule epatiche è significativamente attenuata. L’effetto preventivo del carciofo è principalmente dovuto alla sua capacità di attenuare lo stress ossidativo e di inibire la via infiammatoria.
Articolo estratto dallo studio “Pharmacological Studies of Artichoke Leaf Extract and Their Health Benefits” Plant Foods Hum Nutr (2015) 70:441–453 DOI 10.1007/s11130-015-0503-8