Sostanze nutritive e bioattive nelle verdure a foglia verde e declino cognitivo
Negli ultimi decenni si è assistito ad un incremento dello sviluppo di demenza in tutto il mondo, patologia che si presenta prevalentemente negli anziani. La patologia si presenza con un declino delle capacità cognitive e rappresenta una delle condizioni più temute nei processi di invecchiamento. Per questo motivo sono in atto una serie di studi finalizzati a cercare delle strategie di prevenzione, in modo da poter fornire delle informazioni efficaci. Un argomento centrale è rappresentato dalla dieta, dove si sta promuovendo una alimentazione incentrata sul consumo di verdure, ed in particolare verdure verdi a foglia, tipologia che si è visto avere un grande potere protettivo. Queste verdure risultano ricche in luteina, vitamina K (fillochinone), nitrati, folati, α-tocoferolo, β-carotene e il flavonoide kempferol.
Lo studio
Il campione analizzato è rappresentato da diverse comunità di presone, con una media di 80 anni di età, tutti volontari esaminati dal 1997 e appartenenti all’area territoriale di Chicago, senza problemi di demenza al momento del reclutamento. Il campione si è cercato di renderlo il più omogeneo possibile considerando il BMI, lo stile di vita, l’attività fisica, le patologie presenti. Tutti hanno seguito una dieta controllata, sia come quantità che come scelta di alimenti, introducendo diverse porzioni di verdure quali spinaci, cavoli e lattuga. Si è inoltre cercato di controllare anche tutte le possibili variabili, quali l’assunzione di grassi, zuccheri, alcolici e farmaci, abitudine al fumo. L’attenzione è ricaduta sui livelli di luteina, vitamina K (fillochinone), nitrati, folati, α-tocoferolo, β-carotene e il flavonoide kempferol, e la possibile correlazione con il controllo dello sviluppo di patologia.
I risultati hanno dimostrato che il consumo di 1-2 porzioni di verdure a foglia al giorno, equivaleva ad un rallentamento dello sviluppo di demenza in una popolazione anziana di circa 11 anni rispetto ad una popolazione che non ne assumeva affatto o molto di rado. Questo effetto si deve alla presenza di folati, fillochinone e luteina, e i diversi stili di vita sembrano non avere una grande influenza sul risultato finale. Invece, per quanto riguarda il β-carotene, sembrerebbe non avere un effetto significativo.
Una supplementazione triennale di acido folico, in pazienti con una carenza biochimica, ha dimostrato avere un effetto di rallentamento di declino cognitivo, confrontandolo con un placebo, mentre un’integrazione di β-carotene sembrerebbe avere un effetto analogo dopo una integrazione di 18 anni. Per la luteina è stato dimostrato un miglioramento dei punteggi ottenuti con i vari test di valutazione dello stato mentale, ma non nelle situazioni di degenerazione maculare legata alla tarda età.
Comunque, anche se alcune molecole in particolare possono non avere un effetto significativo nella situazione specifica, possono avere un ruolo importante in altri processi; i carotenoidi sierici sono associati alle lesioni, meno gravi, della materia bianca della zona periventricolare, soprattutto nei fumatori anziani, mentre la luteina ha dimostrato ridurre la perossidazione fosfolipidi degli eritrociti dell’uomo ed attenuare lo stress ossidativo e le disfunzioni mitocondriali e le neuroinfiammazioni.
Quindi, il consumo di verdure a foglia verde può aiutare a rallentare il declino delle capacità cognitive nell’età avanzata, probabilmente grazie all’azione neuroprotettiva della luteina, dell’acido folico, del fillochinone e del β-carotene. Una porzione giornaliera di verdure a foglie verdi nella dieta può essere un modo semplice per contribuire alla salute del cervello.
Articolo tratto da:
Morris MC, Wang Y, Barnes LL, Bennett DA, Dawson-Hughes B, Booth SL.
Nutrients and bioactives in green leafy vegetables and cognitive decline: Prospective study.
Neurology. 2018 Jan 16;90(3):e214-e222. doi: 10.1212/WNL.0000000000004815.