Ruscus Aculeatus: effetti sulla microcircolazione
La malattia venosa cronica (CVD) degli arti inferiori è un problema di salute pubblica comune in tutto il mondo, con un impatto negativo sulla qualità della vita. Purtroppo, spesso, i trattamenti sperimentali con agenti venotonici, atti a curare la malattia, non danno buoni risultati, probabilmente a causa della mancanza di buoni modelli sperimentali, rappresentando un problema.
Ancora non sono note tutte le cause che portano allo sviluppo della malattia e neanche il ruolo esatto della microcircolazione nella fisiopatologia è ancora del tutto definito, ma certamente le alterazioni emodinamiche venose che portano all’ipertensione venosa giocano un ruolo importante nello sviluppo della microangiopatia osservata. La pressione elevata danneggia non solo la macrocircolazione, con lo sviluppo delle vene varicose, ma anche la microcircolazione che diventa disfunzionale.
Utilizzando dei sistema di immagini polarizzate per diagnostica, è possibile osservare la morfologia dei capillari cutanei che, in presenza di patologia, si ingrandiscono, diventano tortuosi e con la progressione sembrano capillari tipo “glomerulo”. Inoltre le cellule endoteliali cambiano e si ingrandiscono, con pori interendoteliali più grandi, responsabili dell’aumento della permeabilità microvascolare e conseguente stravaso di plasma, cellule del sangue e macromolecole. L’aumento dello stravaso di fluido dai vasi, principalmente da venule post capillari, porta alla formazione di edema, ad un aumento del contenuto linfatico e della viscosità del sangue, con conseguente infiammazione cronica. Si ha inoltre un aumento di infiltrazione di leucociti nella gamba interessata, probabilmente per un aumento di adesione a selectine, integrine e membri della superfamiglia delle immunoglobuline, maggiormente espresse nella patologia.
Dei diversi studi finalizzati a fornire dei trattamenti efficaci, alcuni hanno focalizzato la loro attenzione sul Ruscus aculeatus, comunemente chiamato pungitopo, pianta sempreverde tipica della macchia mediterranea, appartenente alla famiglia delle Ruscaceae. Si presenta come un cespuglio alto dai 30 agli 80 cm, dalle foglie rigide e lucide con estremità pungenti. Le infiorescenze sono piccole e verdastre mentre i frutti, maturi in inverno, sono caratteristiche bacche rotonde e scarlatte.
Vanta proprietà vasoprotettrici, venotoniche e antinfiammatorie, astringenti e diuretiche. Il fitocomplesso è utile per favorire e proteggere la circolazione venosa e aiutare in caso di emorroidi. L’attività antinfiammatoria è dovuta alla capacità di inibire l’enzima elastasi 2 in grado di aggredire la membrana dei batteri ma che può risultare aggressivo anche sul collagene, quando il processo infiammatorio è eccessivo o cronico. La saponina aculeoside A contrasta la vasodilatazione limitando l’adenilato ciclasi, enzima coinvolto in tale processo che, in caso di eccessiva permeabilità capillarità, provoca ristagni di liquidi. La proprietà flebotonica è dovuta all’azione delle ruscogenine, sostanze che rendono più elastiche le pareti dei vasi contrastando anche il ristagno linfatico. Grazie all’azione flebotonica, antinfiammatoria e diuretica è quindi un ottimo rimedio antiedema.
In particolare, in uno studio fatto su un modello animale, sono stati valutati tutti una serie di effetti del Rusco, in seguito a somministrazione orale, tra cui:
- effetti sul diametro di arteriole e venule: è stata osservata una costrizione venosa e nessun effetto significativo sui diametri arteriolari;
- effetti sulla permeabilità macromolecolare indotta dall’istamina:si ha un’inibizione dose-dipendente;
- effetti su permeabilità macromolecolare indotta da ischemia / riperfusione: anche in questo caso si osserva un’inibizione dose-dipendente di permeabilità macromolecolare;
- Effetti sull’infiltrazione leucocitaria indotta da ischemia / riperfusione; si ha un’inibizione dose-dipendente dell’interazione leucocita-endotelio.
Si può dire che il Rusco ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, con una accentuata capacità nell’inibire l’interazione dei leucociti con l’endotelio e nell’inibire la permeabilità macromolecolare. Inoltre mostra una significativa capacità di costrizione venosa.
Può quindi trovare impiego nel trattamenti dell’insufficienza venosa cronica, delle emorroidi, dei disturbi delle vie urinarie, dei disturbi della circolazione retinica, delle flebiti e della cellulite.
Fonte:
De Almeida Cyrino, F. Z. G., Balthazar, D. S., Sicuro, F. L., & Bouskela, E.
Effects of venotonic drugs on the microcirculation: Comparison between Ruscus extract and micronized diosmine1.
Clinical Hemorheology and Microcirculation, 2018 68(4), 371–382. doi:10.3233/ch-170281