Efficacia della curcumina in varie condizioni patologiche
Fin dai tempi antichi la curcumina è stata utilizzata in medicina Ayurvedica per il trattamento delle ferite e delle ustioni, delle infezioni agli occhi, delle problematiche cutanee e dell’acne. In Cina è stata utilizzata invece per migliaia di anni per il trattamento di dispepsia, stress e depressione; possiede effetti terapeutici nella prevenzione e nel trattamento di problematiche croniche e degenerative quali malattie autoimmuni, metaboliche, neurologiche, cardiovascolari, polmonari, epatiche, e infiammatorie di varia natura.
Le azioni benefiche della Curcuma longa sembrano essere determinate principalmente dalle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie: la struttura chimica della curcumina infatti conferisce a questa molecola proprietà di scavanger dei radicali liberi.
E’ in grado di interagire e modulare efficacemente dei target molecolari che hanno un ruolo nella patogenesi di molteplici malattie.
Ad oggi gli studi clinici condotti in campo cardiovascolare condotti sull’uomo sono promettenti sebbene ancora pochi e talvolta limitati. La somministrazione di curcumina per 12 settimane è stata testata in uno studio in doppio cieco su 39 volontari sani di mezza età, uomini più anziani e donne in menopausa. L’obiettivo era quello di dimostrare che la curcumina era in grado di migliorare la funzionalità endoteliale, che fisiologicamente peggiora con l’età, attraverso l’aumento della biodisponibilità dell’ossido nitrico (NO) secondaria ad una riduzione dello stress ossidativo, e parallelamente migliorando la rigidità di arterie grosse ed elastiche e se possibile i marcatori di infiammazione sistemica. I risultati dello studio hanno dimostrato che le 12 settimane di somministrazione di curcumina sono sicure e ben tollerate, migliorano la resistenza e la funzione endoteliale delle arterie di grosso calibro di tipo elastico.
Nella protezione dei pazienti trattati con statine ha un effetto positivo in quanto ci sono indicazioni che dimostrano ridurre i sintomi muscolari avversi associati all’assunzione; capacità della curcumina di prevenire e ridurre l’inizio dell’indolenzimento muscolare attraverso il blocco del percorso metabolico di NF-κB, con riduzione conseguente di IL-6 e TNF-α, l’attenuazione dell’atrofia muscolare, l’aumento della rigenerazione muscolare a seguito di una lesione, l’effetto analgesico legato in particolare all’inibizione della COX-2 e della prostaglandina E2, e l’attività antiossidante.
La curcumina può essere utile nei soggetti obesi o in sovrappeso per ridurre lo stato infiammatorio e ossidativo che caratterizza questa condizione.
Possibile meccanismo di azione ottenuto da modelli in vitro o in modelli animale: la curcumina è stata dimostrata essere in grado di sopprimere i mediatori (MPAK, ERK, p38) coinvolti nella differenziazione delle cellule 3T3-L1 (preadipociti) in adipociti, e di modulare la via di segnalazione Wnt/β catenine, recentemente associata all’obesità e a malattie metaboliche umane. E’ in grado di diminuire l’infiltrazione dei macrofagi, inibire la produzione di leptina e dei recettori della leptina nel tessuto adiposo ma anche di aumentare l’espressione dell’adiponectina. L’aumento dell’adiponectina potrebbe avere un effetto positivo nelle condizioni di obesità attraverso la diminuzione dell’attività di NF-κB.
Invece la somministrazione di curcumina in alte dosi (2 gr/die) per 12 settimane in pazienti affetti da sindrome metabolica ha portato ad un miglioramento del profilo lipidico (aumento HDL, riduzione LDL, riduzione trigliceridi), senza però ridurre il peso o migliorare l’omeostasi del glucosio. Uno studio condotto con dosaggi più bassi su pazienti con sindrome coronarica acuta non ha però evidenziato variazioni significative dei medesimi parametri.
Valido aiuto nella protezione epatica, l’integrazione di curcumina in associazione a sano stile di vita anche alimentare in pazienti affetti da NAFL (steatosi epatica non alcolica) ha portato ad una significativa riduzione del BMI, alla riduzione della circonferenza vita, alla riduzione dei livelli sierici di aspartato aminotransferasi (AST) e alanina aminotransferasi (ALT), miglioramento dei parametri ecografici. Uno studio clinico simile condotto per 8 settimane con una formulazione di curcumina (in dispersione amorfa) ha evidenziato una riduzione del contenuto di grassi del fegato, un miglioramento sia dei parametri biochimici (colesterolo totale, LDL, trigliceridi, AST, ALT, glicemia, emoglobina glicata) sia antropometrici (BMI) rispetto al placebo.
Fonti:
Mantzorou M. et al. “Effects of curcumin consumption on human chronic diseases: A narrative review of the most recent clinical data”. Phytotherapy Research. 2018; pag. 1, 3-4, 6–19
Salehi B. et al. “The therapeutic potential of curcumin: A review of clinical trials”. European Journal of Medicinal Chemistry. 2019; 163: pag. 527, 529-545
EMA European Medicine Agency e HPMC Committee on Herbal Medicinal Products. “European Union herbal monograph on Curcuma longa L., rhizome”. 25 Settembre 2018