Dermatologia integrativa – L’uso di erbe ed integratori alimentari per trattare le condizioni dermatologiche
Dermatologia integrativa è un termine relativamente nuovo, coniato per descrivere la terapia per il trattamento di problematiche dermatologiche combina la medicina tradizionale con la medicina complementare. Nel 2007 è stato pubblicato il manuale di Dermatologia di Fitzpatrick, dove viene trattato per la prima volta l’argomento, e dove gli autori affermano “La medicina complementare e alternativa (DMA) in dermatologia comprende un’ampia varietà di metodi di diagnosi e trattamento, dove è possibile o integrare o sostituire le pratiche dermatologiche convenzionali, attingendo a delle conoscenze ampliate che includono la medicina alternativa, la pratica convenzionale e gli ultimi risultati della ricerca. Le scelte diagnostiche e terapeutiche sono fatte combinando queste tre basi di conoscenza, dando vita a quella che potrebbe essere definita ”dermatologia integrativa“.
Storia della medicina tradizionale / allopatica per condizioni dermatologiche
La medicina tradizionale, sebbene efficace, focalizza la sua azione principalmente sulla fornitura di sollievo sintomatologico, mediante l’utilizzo di formulazioni orali o iniettabili. Un esempio è dato dai corticosteroidi, che nel 1952 furono utilizzati per la prima volta nel trattamento della psoriasi con un uso topico. Poi furono introdotti degli steroidi fluorurati, per aumentarne la potenza. Gli anni ’50 videro anche l’introduzione degli inibitori dei folati, come il metotrexate, sia in preparazioni topiche che sistemiche. Negli anni ’70 iniziarono ad essere usati i retinoidi, analoghi della vitamina A, soprattutto per la psoriasi eritrodermica e pustolosa, sempre o per uso topico o sistemico. A metà degli anni ’80 è stata la volta degli analoghi della vitamina D, oggetto di studi, mentre a metà degli anni ‘90 divenne disponibile.
La fototerapia era ed è ancora una delle opzioni di trattamento più comuni per la psoriasi. Negli anni ’50, il dott. John Ingram sviluppò un regime terapeutico utilizzando le radiazioni ultraviolette B (UVB), in combinazione con catrame di carbone e pasta di antralina e, negli anni ’70, l’utilizzo dell’UVB a banda larga si rivelò efficace nell’eliminare delle forme lievi di psoriasi.
Durante gli anni ’90 poi, con l’avvento dei farmaci biologici per il trattamento di malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, i ricercatori hanno sperimentato dei trattamenti per varie malattie sistemiche e cutanee. I farmaci biologici sono molecole proteiche, prodotte mediante la tecnologia del DNA ricombinante, che prendono di mira dei siti specifici della via della patogenesi immunitaria, bloccandola. Si ritiene che i farmaci biologici abbiano meno effetti collaterali rispetto ai tradizionali immunosoppressori, anche se il loro uso è ancora limitato, a causa dell’ignoto profilo di sicurezza a lungo termine.
Storia della medicina complementare (CAM) e delle terapie CAM per le condizioni dermatologiche
La medicina alternativa complementare (CAM) si concentra principalmente sul trattamento del corpo nel suo complesso, nella speranza che anche le problematiche dermatologiche traggano beneficio dai trattamenti. La CAM utilizza creme di preparazione naturopatiche con l’utilizzo di ingredienti vegetali, integratori alimentari sempre a base di erbe e diete “disintossicanti”.
La CAM ha origine da varie scuole di erboristi localizzate in diverse parti del mondo, quali Europa, Medio Oriente, Africa, India, Cina, Giappone, Australia e Americhe. L’utilizzo di determinate preparazioni erboristiche, per il trattamento di diverse condizioni dermatologiche, deriva dallo studio di queste nelle diverse zone, e sul loro commercio. I sistemi più conosciuti ed utilizzati ancora oggi sono le preparazioni di erbe ayurvediche, originate dall’India e che fanno parte della medicina tradizionale cinese (TCM) e della medicina di erbe occidentali degli Stati Uniti e della tradizione europea.
Nel 1900, Europa e Stati Uniti lentamente abbandonarono l’utilizzo di tale medicina tradizionale, utilizzando sempre più delle preparazioni sintetiche, a differenza dei paesi più poveri ed in via di sviluppo. Tuttavia, dagli anni ’70 in poi, si è avuta ad una costante ripresa nell’uso di trattamenti a base di erbe, ed i motivi sono stati molteplici:
– l’identificazione dei gravi effetti collaterali dei farmaci chimici;
– l’aumento dei costi dei farmaci tradizionali;
– la mancanza di efficacia a lungo termine dei farmaci tradizionali;
– un desiderio generale di tornare alla natura, ai rimedi naturali.
Ancora oggi i rimedi a base di erbe stanno guadagnando sempre maggiore popolarità tra i pazienti e, in misura minore, maggiore tolleranza e / o accettazione da parte dei medici.
La medicina cinese tradizionale
La medicina tradizionale cinese si fonda su principi completamente diversi rispetto a quelli della medicina occidentale. Tutto ruota intorno ai cinque principali organi solidi – cuore, fegato, milza, polmone e rene, e intorno ai sei tessuti cavi viscerali – intestino tenue e piccolo, vescica urinaria, stomaco, cistifellea e “tripli bruciatori”. Queste “strutture” sono collegate da condotti e vasi con “Qi” (energia) e sangue che circola attraverso di loro. Non esiste una controparte equivalente nella medicina occidentale convenzionale per il Qi. La diagnosi viene fatta sull’intero individuo e si utilizza un processo definito “identificazione della sindrome”, in cui il professionista effettua una concettualizzazione dinamica della situazione dell’individuo. Le terapie utilizzate per ripristinare l’armonia all’interno dell’ospite e tra l’ospite e l’ambiente sono determinate dalla “sindrome” identificata. Anche la stessa patologia può essere trattata in maniera diversa in individui diversi; ad esempio, i problemi di acne negli adolescenti vengono trattati diversamente, con combinazioni diverse di agopuntura, erbe cinesi in forma cruda, tinture o pillola, lavaggi o creme a base di erbe esterne e consigli dietetici, proprio perché viene considerato l’individuo nella sua interezza.
TCM ed erbe cinesi
Ogni paziente avrà la sua selezione di erbe che assumerà sotto forma di decotto (tè). La preparazione di questi decotti può durare anche delle ore, e spesso, quelli più efficaci, hanno un sapore poco piacevole. Se vengono indicate delle tinture queste sono sempre delle preparazioni a base di erbe con base alcolica, e anche le pillole sono costituite da materiale vegetale, senza sostanze chimiche concentrate. Si arriva ad assumere fino ad 8-12 pillole al giorno.
TCM e dieta
Altro fattore molto importante nella medicina tradizionale cinese è il cibo. Ogni alimento possiede una “natura” che può essere freddo, caldo, dolce, aspro, ecc. che ha una influenza o positiva o negativa sul corpo, quindi il medico può consigliarne o meno il consumo. Ad esempio, è importante evitare cibi piccanti caldi nelle patologia dermatologiche, poiché creano più calore nel corpo e quindi più arrossamento o prurito.
Naturopatia
La naturopatia comprende i rimedi naturali tradizionali, preparazioni a base di erbe, l’uso di determinate diete, l’agopuntura, la medicina tradizionale asiatica, l’idroterapia, ecc. In generale, la naturopatia si concentra sull’uso di rimedi naturali non tossici, ma solo negli Stati Uniti e in Canada i praticanti di naturopatia hanno una formazioni comparabile a quella dei medici e vengono riconosciuti come figura professionale, mentre nella maggior parte degli altri paesi sono figure non riconosciute.
Alcune delle caratteristiche principali sono:
- Nutrizione clinica – la dieta è un mezzo per raggiungere la salute e quindi incoraggia ad adottare delle abitudini sane. I terapeuti naturopati sono propensi ad usare diete specifiche, individualizzate, il digiuno e specifici integratori alimentari.
- Lifestyle Counselling and Stress Management – gli atteggiamenti mentali e gli stati emotivi sono considerati elementi importanti nella guarigione e nella causa della malattia. I terapeuti naturopati utilizzano delle tecniche per la gestione dello stress, ipnoterapia e biofeedback.
- Medicina botanica – le piante hanno proprietà curative e molte medicine farmaceutiche hanno origine da sostanze vegetali. I terapeuti usano sostanze vegetali in varie forme per i loro effetti curativi e il valore nutrizionale.
- Medicina fisica – la medicina naturopatica comprende metodi di manipolazione terapeutica di muscoli ed ossa. I medici naturopati possono anche impiegare esercizi terapeutici, massaggi, idroterapia, terapie bioelettriche, ultrasuoni e l’uso di applicazioni a caldo e a freddo.
- TCM – alcuni praticanti naturopati si basano sulla TCM. Possono usare la digitopressione e la medicina erboristica cinese per promuovere la guarigione.
- Medicina omeopatica – i farmaci omeopatici usano delle dosi molto piccole di sostanze naturali che stimolano la risposta autorigenerante del corpo, con effetti collaterali minimi o nulli.
La medicina cinese tradizionale in dermatologia
La medicina cinese ha una lunga storia di trattamento dei sintomi correlati alla pelle, con numerosi studi per cui sono state individuate ben 174 diverse erbe usate per diverse condizioni dermatologiche. Purtroppo però, tutti gli studi pubblicati sono stati generalmente condotti in Cina e sono spesso piccoli e incontrollati, con delle formulazioni non specificate, o se gli ingredienti sono forniti le formulazioni non sono facilmente replicabili, e talvolta, l’identificazione botanica della pianta utilizzata è ignota in quanto non sono disponibili monografie. Ciò rende estremamente difficile, per gli scienziati occidentali, effettuare studi di follow up.
Medicina erboristica occidentale e medicina naturopatica in dermatologia
In Europa, tutti i medicinali tradizionali sono stati studiati e poi sviluppati come moderni farmaci registrati. La stessa cosa è stata fatta per un certo numero di farmaci a base erboristica, quindi accattati dal comitato che si riferisce ai medicinali a base di erbe (HMPC).
La farmacosorveglianza classifica i prodotti fitoterapici in:
- sostanze a base di erbe con monografie dell’Unione europea (in ordine alfabetico);
- sostanze a base di erbe con monografie dell’Unione europea (in base alle aree terapeutiche).
Gli elenchi sono inoltre divisi in due gruppi:
- uso ben consolidato, dimostrato con sufficienti dati di sicurezza ed efficacia;
- uso tradizionale, accettato dopo adeguati studi terminati con dati di sicurezza e di efficacia plausibile.
Alcune delle erbe più studiate sono: Calendula Officinalis L., Melaleuca Alternifolia, Mirra, Centella Asiatica (L.) (Gotu Kola) e Aloe Vera.
Ognuna di queste è stata utilizzata come trattamento topico, in alcuni studi clinici, per valutarne i possibili effetti su varie condizioni cliniche, e si è cercato di individuare i principi attivi con le proprietà terapeutiche (antimicrobiche, antiossidanti e antisettiche). Ad esempio riguardo la calendula, questa viene usata per via topica per il trattamento di ferite minori, ustioni e altri problemi della pelle. Essa può prevenire lo stress ossidativo, e quindi risulta ideale per il trattamento della dermatite da radiazione. Si pensa che ciò avvenga tramite i numerosi polifenoli contenuti nel suo estratto, in grado di inibire la formazione di radicali neutrofili di ossigeno (ROS) e radicali di azoto (RNS), in particolare l’ossido nitrico.
Calendula Officinalis L.
I polisaccaridi isolati da un estratto acquoso di fiori di Calendula stimolano la fagocitosi dei granulociti umani. È stato dimostrato che gli estratti di fiori di calendula mostrano effetti antiossidanti sulla perossidazione lipidica liposomiale indotta da Fe + e acido ascorbico. L’estratto di calendula contiene numerosi polifenoli che inibiscono lo stress ossidativo anche a concentrazioni molto basse, inoltre, la calendula, inibisce l’attività della lipossigenasi in vitro e riduce significativamente la proteina chemiotattica monocitaria – 1, le chemochine derivate dai cheratinociti, il fattore stimolante le colonie di granulociti, IL – 1 alfa e il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF). Ha attività antiinfiammatoria in quanto è in grado di ridurre l’espressione di marcatori pro-infiammatori, tra cui TNF-α, IL-1β, (IL-6), interferone-gamma (IFN-γ), proteina c-reattiva (CRP) e cicloossigenasi-2 (COX-2).
Melaleuca Alternifolia
Tea Tree Oil (TTO) – inibisce la produzione di mediatori infiammatori attivati dai monociti, quali il fattore di necrosi tumorale, l’IL-1, l’IL-8, l’IL-10 e la prostaglandina E2. Di questi, il fattore di necrosi tumorale è considerato la citochina infiammatoria più influente. I componenti idrosolubili del TTO possono inibire la produzione di superossido, indotto dai monociti, ma non i neutrofili attivati in vitro, quindi sembra non avere effetto sulla risposta infiammatoria acuta. Previene il danno ossidativo e l’attivazione di altre cellule attivate in stati infiammatori cronici. Il principio attivo più potente sembra essere il Terpinen-4-ol che ha mostrato avere attività antimicrobiche e antinfiammatorie. La ricerca in vitro ha dimostrato che il Terpinen-4-ol può inibire la produzione di diversi mediatori dell’infiammazione (come le interleuchine) indotti da monociti.
Commiphora myrrha
Diversi sesquiterpeni (furanodesma-1,3-diene, corrente, furanodiene, furanodiene-6-one e metossidofuranoguaia-9-uno-8-one) hanno effetti antibatterici, antimicotici, analgesici e anestetici locali. Come dimostrato in vitro, la mirra contiene terpeni con un potente effetto antibatterico contro diversi batteri, tra cui il più comune patogeno della ferita l’S. Aureus. Il meccanismo d’azione è sconosciuto. L’analisi fitochimica ha mostrato la presenza di alcaloidi, glicosidi, steroidi, terpenoidi e flavonoidi. I flavonoidi sono i principali composti metabolici con proprietà antinfiammatorie, antistaminiche, antibatteriche e antivirali.
La mirra mostra inoltre un’azione definita pro-guarigione in quanto ha la capacità far contrarre la ferita, nel senso che è in grado di promuovere la proliferazione delle cellule epiteliali. Gli estratti di mirra sono in grado di aumentare la sintesi del collagene ed aiutano il cross-linking delle proteine. Infine, i lattoni, altro principio attivo, hanno proprietà antiossidanti.
Centella Asiatica (L.) (Gotu Kola)
Quando somministrata per via orale, l’asiaticoside, componente della C. Asiatica, ha mostrato potenti effetti antipiretici e anti-infiammatori. Questi effetti potrebbero essere associati all’inibizione dell’attività della mieloperossidasi epatica, alla diminuzione dei mediatori pro-infiammatori, come TNF-α e IL-6 e all’inibizione dell’espressione della proteina COX-2 e della produzione di PGE2. L’asiaticoside aumenta il livello di IL-10, anti-infiammatorio rilasciato nel siero, e aumenta l’espressione dell’eme ossigenasi-1 (HO-1), enzima che protegge il fegato. La presenza di glicosidi come l’asiaticoside, il madecassoside e triterpeni, può aiutare a spiegare le attività antiallergiche, antipruriginose e antinfiammatorie; infatti i glicosidi possiedono attività antiossidante, antivirale, antiallergica e antinfiammatoria, potenti attività inibitorie contro una vasta gamma di enzimi pro-infiammatori, e proprietà inibitorie verso delle prostaglandine, un gruppo di molecole di segnalazione pro-infiammatoria. Ciò è dovuto principalmente all’inibizione degli enzimi chiave coinvolti nella biosintesi di queste (lipossigenasi, fosfolipasi e cicloossigenasi), e questa azione fornisce il meccanismo con cui i glicosidi agiscono come antinfiammatori.
Aloe Vera
L’aloe vera ad uso topico e orale si traduce in una maggiore sintesi del collagene. Ciò si verifica a causa di due componenti attivi: il glucomannano, un polisaccaride ricco di mannosio e la gibberellina, un ormone della crescita. Questi interagiscono con i recettori del fattore di crescita posti sul fibroblasto, stimolando in tal modo la sua attività e la sua proliferazione. Allo stesso modo, il gel di Aloe aumenta il contenuto di collagene nelle ferite e aumenta la composizione di collagene di tipo III. Anche il cross-linking del collagene è stimolato. La contrazione della ferita è accelerata e il tessuto cicatriziale risultante è migliorato. Dopo trattamento orale o topico, la sintesi di acido ialuronico e dermatan solfato nel tessuto di granulazione di una ferita di guarigione è aumentata. È stato riportato che il gel di aloe vera ha un effetto protettivo contro i danni da radiazioni della pelle. Quando viene applicato sulla pelle del gel di aloe vera, la metallotioneina (una proteina antiossidante) viene generata nella pelle. Questo elimina i radicali idrossilici e previene la soppressione della superossido dismutasi e della glutatione perossidasi nella pelle. Gli amminoacidi presenti nell’aloe ammorbidiscono anche le cellule della pelle indurite e, grazie al suo contenuto di zinco, agisce come un astringente per stringere i pori. I suoi effetti idratanti sono stati studiati anche nel trattamento della pelle secca associata all’esposizione professionale in cui i guanti in gel di aloe vera hanno migliorato l’integrità della pelle, diminuito la comparsa di rughe sottili e ridotto l’eritema. Ha anche un effetto anti-comedonica. L’aloe vera contiene sei agenti antisettici con un’azione inibitoria su funghi, batteri e virus – Lupeol, acido salicilico, azoto ureico, acido cinnamico, fenoli e zolfo.
La necessità di un approccio nuovo e diverso
Sebbene inizialmente considerate non scientifiche, oggi molte erbe sono state scientificamente sperimentate per chiarire la loro efficacia, la loro modalità di azione e i possibili eventi avversi che possono essere tranquillamente combinati con la medicina moderna. Oggi la Dermatologia Integrativa è ben accetta a livello internazionale, con molte nuove pratiche. Molti dermatologi combinano approcci integrativi nelle loro terapie, come l’uso di minerali, prodotti a base di erbe, tecniche di gestione dello stress e nutrizione clinica, per ottenere i migliori risultati per i loro pazienti. Questi professionisti cercano di usare l’approccio migliore per ogni paziente, considerandolo nella sua complessità, in modo da avere la miglior risposta possibile.
Articolo tratto dallo studio “Integrative Dermatology – The Use of Herbals and Nutritional Supplements to Treat Dermatological Conditions.” Tirant M, Lotti T, Gianfaldoni S, Tchernev G, Wollina U, Bayer P. Open Access Maced J Med Sci. 2018 Jan 21;6(1):185-202. doi: 10.3889/oamjms.2018.041.