Biancospino: antiossidante naturale per il benessere neuronale
Le malattie neurodegenerative sono accumunate da alcune caratteristiche: tutte presentano apoptosi (morte) dei neuroni indotta dallo stress ossidativo. È inoltre noto che è difficile, per i pazienti affetti, essere curati e che non esiste un farmaco efficace al 100%. C’è un modo per prevenire queste malattie? Gli antiossidanti dovrebbero avere effetti preventivi e persino curativi.
I radicali liberi, prodotti con lo stress ossidativo, perossidano i lipidi di membrana e ossidano le proteine, con conseguente danno della membrana plasmatica e cross-linking delle proteine citoscheletriche; inoltre danneggiano l’RNA e il DNA. Nel cervello, il tessuto cerebrale diventa particolarmente sensibile al danno ossidativo con uno squilibrio verso la condizione pro-ossidante dell’omeostasi pro/anti-ossidante, con il verificarsi di disturbi neurodegenerativi.
Il Biancospino è una delle piante medicinali più antiche, descritto da molte farmacopee. E’ un arbusto comune che cresce spontaneamente nelle zone temperate dell’emisfero nord (Europa, Asia, America). Appartiene alla famiglia delle Rosaceae, ed il nome deriva dal greco kràtaigos, termine che richiama il concetto di “forza”. È dotato di spine, e forma siepi ornamentali per i suoi bei fiori bianchi in primavera e le bacche rosse che maturano in inverno.
Gli estratti di Biancospino venivano usati per trattare le fasi iniziali dell’insufficienza cardiaca e dell’angina pectoris, ed è da sempre noto che hanno un effetto antiossidante. Sono in grado di aumentare la concentrazione di α-tocoferolo e di inibire l’ossidazione della lipoproteina umana a bassa densità (LDL). Le vitamine C ed E in esso contenute, sono note antiossidanti e ampiamente usate per il trattamento dei pazienti. Il pretrattamento con grandi dosi di vitamina E (1000 mg / kg) o carotene (200 mg / kg), preveniva la perdita di glutatione (GSH) e proteggeva parzialmente i neuroni dopaminergici.
I flavonoidi sono un altro componente efficace per il trattamento, e per determinarne il meccanismo protettivo sulla morte cellulare, veniva utilizzata una linea cellulare ippocampale; i risultati mostravano che i flavonoidi proteggevano le cellule dalla tossicità del glutammato, che portava ad un accumulo di Ca+ e, di conseguenza, alla morte e a delle lesioni ossidative. Si tratta di un meccanismo altamente specifico.
Fonte:
Zhao B.
Natural antioxidants for neurodegenerative diseases.
Mol Neurobiol. 2005;31(1-3):283-93.